Alba 3: Ferragosto

Alba 3: Ferragosto

Agosto 15, 2019 1 Di Marta Cerù

Stamattina c’è solo una nuvola in cielo. È in basso sull’orizzonte e riveste il Monte Nerone, lo copre del tutto, lo nasconde alla vista, rendendo la pietra uno sbuffo di vapore. Deve aver piovuto tanto ieri sui boschi montani e ora gli alberi emettono fiati umidi che svaporano al calore dell’alba. Qui invece il temporale ci ha schivati e il cielo è più terso che mai. È uno specchio chiaro e uniforme, azzurro argentato, pronto ad accogliere la luce del sole.

Nella profondità del bosco, una piccola zona è più chiara, laddove un lago inspira ed espira, la nuvoletta si contrae e si allarga, segnali di fumo forse, che non sono in grado di interpretare. Ferragosto nasce così, la metà di un mese felice per chi è in vacanza. E anche per chi lavora la terra e festeggia la cornucopia di frutti che maturano tutti insieme. Siamo all’apice dei raccolti. Ci si ferma solo un attimo, il tempo di una passeggiata nei boschi, dove trovare funghi e bacche da conservare. Proprio fermi fermi non ci si sta. Chi vuole davvero rimanere immobile? C’è già il cielo, fermo e impassibile. Lasciamolo splendere di luce solare e continuiamo le danze. Chi si ferma resta indietro.

“Ci siamo”, i campi verde ghiaccio, colore immobile, sembrano dire.

“Ci siamo”, dicono le galline sveglie da tempo.

“Ci sono”, dice la punta di una penna che nella mia mano intorpidita fatica ad acchiappare le parole.

Sono ancora nel sogno di stanotte. Non svegliarmi, aurora, lascia che ricordi le immagini notturne, che in un attimo mi sono sfuggite e mi hanno lasciata così: di fronte a uno specchio, nuda, sola, ai margini di tante solitudini del mattino, ognuna in attesa del risveglio e della punta di spillo brillante che oscura ciò che era chiaro solo un attimo prima. Si alza sull’orizzonte e adombra i particolari dei boschi, dei prati. Se la guardi perdi i contorni, le sfumature, diventi anche tu limpida, vetro trasparente, contenitore del nulla.