Plpl2022-Persone

Plpl2022-Persone

Dicembre 10, 2022 0 Di Marta Cerù

Persone care, persone belle, persone amiche, persone senza una connotazione, solo persone, persone che incontro, persone che mi vengono incontro, persone che incrocio, uno sguardo di sfuggita, ti conosco, forse no, ti riconosco e ti saluto col sorriso, quello che è la causa, non l’effetto, della felicità. Persone, siamo persone, tutti, tutte, persone, perse per ritrovarsi all’interno di questa nuvola densa di parole, parole che fatico a contenere nel mio ombrello alla fine del terzo giorno nella fiera della piccola e media editoria italiana, plpl2022. La parola persone me la regala Lea Gemmato, che incontro per prima, appena entrata, la riconosco con gli occhi del cuore.

Lea Gemmato accoglie le voci, e le riporta da persone a persone, a scuola e in quel meraviglioso universo che è la redazione di persone di Fahrenheit a Radio Tre. Mi lascia un frettoloso elenco di quelle che saranno le persone scelte dallo Spazio Rai per le brevi ma intense interviste nello spazio visibile della radio. Ci siamo perse e ritrovate con Lea, l’anno scorso colleghe nella stessa classe a scambiarci sostegno anche senza tante parole, quest’anno in due scuole diverse, quindi ancora colleghe, perse ma ritrovate, negli spazi della scuola in fiera o della fiera che è la scuola.

Chiudevo con la scuola la cronaca di ieri. E a scuola ho continuato a sentirmi oggi, cercando di cogliere, ascoltare, percepire, respirare, le parole di tutte le persone che ho incontrato per caso o per necessità. Avevo in mente due persone che volevo ascoltare, incipit ed epilogo della lista di incontri tra i quali convulsamente cerco di barcamenarmi ogni giorno. Un po’ come la piccola vela tra le onde, fili colorati nel disegno di Lorenzo Mattotti, che anche quest’anno firma l’immagine della manifestazione, simbolo del tema di quest’anno, perdersi e ritrovarsi.

Anna Segre è la voce che avevo perso e che ho ritrovato, da non so quale vita e quale amore. Mi regala la parola convulsione, la interpreto come il suo errare nell’errore, giusto o sbagliato che sia, la sua capacità di plasmare la parola in musica, e di ‘evacuarla’ perché diventi ponte, comunicazione, verso l’altra, verso le altre, che siamo noi, persone. Assieme al critico musicale e conduttore radiofonico John Vignola e a Evelina Meghnagi, attrice, cantante, persona dalla voce penetrante, presentava il suo “La distruzione dell’amore” Edito da Interno Poesia.  Sarei stata ad ascoltare per ore i suoi versi letti dalla Meghnagi, e il loro duetto a cappella della canzone “Adio Kerida” di Yasmin Levy.

Saša Stanišić è la persona che mi ha accompagnata durante un viaggio a capire, non solo un paese scomparso come la ex Jugoslavia, ma anche la vita delle persone nate da me, dei miei figli, di Lucia che in Bosnia ha scelto di andarci a studiare a sedici anni, di Simone che a quattro anni ha lasciato New York con me, con noi genitori, per ritrovarsi in un’Italia, quella dell’Umbria, dove rinascere a barcamenarsi tra persone e dialetti dai quali arrivare piano piano all’italiano come sua lingua di elezione, forse, chissà.

L’autore di “Origini”, Keller Editore, ha intrattenuto una conversazione con la scrittrice italiana di origine somala Igiaba Scego, sui temi della memoria, della scrittura autobiografica, di cosa resta di un paese scomparso, di come si fa a rendere la demenza senile di una nonna amata storia portante di un romanzo di formazione sul perdersi e ritrovarsi, sulla ricerca di quelle Origini dalle quali ci allontaniamo e alle quali aneliamo tutta la vita, con quel senso di ‘Sehnsucht’, che in inglese si traduce ‘Longing’. La parola me l’ha scritta l’autore perché potessi acchiapparla meglio, anche se già l’avevo dentro, seppure in una lingua non mia, l’inglese, che ho voluto diventasse casa.

“Le origini sono quel mosaico di acutissime decisioni, di momenti, che hanno portato a essere quello che oggi siamo”, ha detto in sala Stanišić, “ma soprattutto, e lo dico pur non essendo propenso a sostenere tesi in letteratura, eppure in questo libro ho voluto sostenerla una tesi, che è forse banale, ma che è la tesi del mio libro, e cioè che siano le persone a determinare chi siamo. Persone come lo sconosciuto autista che portò me e mia madre a passare il confine con l’Ungheria. Persone come il dentista tedesco che curava gratis i denti di tanti rifugiati. Persone come il dipendente dell’ufficio immigrazione che mi ha detto, vieni, facciamo in modo di  farti rimanere in Germania, persone come il professore che si attardava a leggere e correggere le mie poesie in uno sgabuzzino pieno di scheletri, dopo le lezioni a scuola, e mi spingeva a scrivere, leggendo in classe i miei lavori con uno pseudonimo. Persone capaci di disponibilità verso altre persone”. A conclusione del suo accorato raccontarsi, Stanišić ha lanciato la parola disponibilità, dicendo di aver scritto le circa trecento pagine del romanzo per “sollecitare le persone a far emergere quella disponibilità ad accompagnare altre persone oltre il dovuto”.

Ed è quello che cercano di fare coloro che pubblicano libri scommettendo su chi scrive per chi legge e su chi legge per chi scrive, tanti piccoli e medi editori onesti, persone capaci di accompagnare oltre il dovuto. O quello che fanno alcune ragazze, giovanissime donne che ho incontrato oggi, coautrici di un libro/progetto dal titolo “Via col verde”, Edizioni Santa Caterina, figlia del Master Professione e Prodotti dell’Editoria Il volume, bello, ricco di illustrazioni, si propone come ‘Manifesto per un’editoria sostenibile’, e addentra i lettori dietro le quinte dell’editoria ambientale.

È una raccolta di casi studio, oggetto delle analisi di studentesse e studenti del Master, sul tema del Green applicato all’editoria. Le scrittrici mi regalano le loro parole: Chiara Pasquino mi lancia verso il Futuro, quello delle nuove generazioni, di persone come lei, Liliana Secci mi parla di Impegno, Barbara Caristia di Speranza, Antonella Colangiuli di Cambiamento. Siamo agli sgoccioli, ma l’ottimismo traspare dagli sguardi di queste giovani donne, scrittrici, che hanno creato un collage sul futuro di un mondo Green a partire da adesso.

E adesso ho incontrato anche la storia di Cheikh, e tante altre storie per bambini e non solo, grazie a Marina Olmi, che mi guida a conoscere la Beisler, casa editrice per la quale lavora, dove mi intrattengo con l’editrice di origini tedesche Ulrike Beisler. Le sue parole sono due, Ricucitura e Stimolazione, temi al centro della fiera del libro, e al cuore di un libro intitolato “E ora vi racconto di Cheikh. Maestro di felicità”, di Emanuela Nava con le illustrazioni di Anna Sutor, per la collana TRASVERSALE BEISLER.

La storia narrata è quella vera di Cheikh, bambino senegalese malato di poliomielite, che approda in Italia con la sua macchina da cucire e diventa sarto a Milano assieme alla compagna Valeria. È una storia di ricucitura, grazie alle persone e alle stoffe, della ferita dovuta allo strappo, alla fuga dalle proprie origini. Cucire le stoffe è un’arte che Cheikh porta con sé in Italia, e gli permette di presentarsi per la persona che è: “Buongiorno, mi vedete? Sono seduto e vi sto scrivendo tra i tessuti della nostra sartoria. Mia e di Valeria. Mi chiamo Cheikh e sono nato a Diender, dove la sabbia profuma di fiori e i vestiti cuciti con i ritagli di stoffa portano fortuna. Anche la mia vita è un tessuto di ritagli. Una trama che con i suoi disegni mi ha sospinto molto lontano. Ma è anche un intreccio di fili che ha legato il mio cuore al cuore delle persone che amo. Cheikh mi diceva mia nonna Il tuo nome significa Maestro. (…) Posso essere chiamato Maestro anche se sono cosi piccolo? (…) La farfalla non conta gli anni, ma gli istanti. Puoi essere Maestro e insegnare a te stesso a riconoscere i momenti di felicità.”

Anche questo libro parte dalle origini come persone. Parte da una nonna. Da un paese che non c’è più. Anche in questa storia il ricucire, con un filo la stoffa, o con inchiostro le parole sulla carta per trasformarle in scrittura, da strumento di salvezza, diventa casa, diventa sentirsi a casa, nel proprio corpo, di persona tra le persone….