Piero

Piero

Agosto 14, 2022 0 Di Marta Cerù

L’addio a Piero Angela ha il senso di un arrivederci, lo si percepisce dalle sue parole di commiato: “Cari amici, mi spiace non essere più con voi dopo 70 anni assieme. Ma anche la natura ha i suoi ritmi. Sono stati anni per me molto stimolanti che mi hanno portato a conoscere il mondo e la natura umana. Soprattutto ho avuto la fortuna di conoscere gente che mi ha aiutato a realizzare quello che ogni uomo vorrebbe scoprire. Grazie alla scienza e a un metodo che permette di affrontare i problemi in modo razionale ma al tempo stesso umano. Malgrado una lunga malattia sono riuscito a portare a termine tutte le mie trasmissioni e i miei progetti (persino una piccola soddisfazione: un disco di jazz al pianoforte…). Ma anche, sedici puntate dedicate alla scuola sui problemi dell’ambiente e dell’energia. È stata un’avventura straordinaria, vissuta intensamente e resa possibile grazie alla collaborazione di un grande gruppo di autori, collaboratori, tecnici e scienziati. A mia volta, ho cercato di raccontare quello che ho imparato. Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile Paese. Un grande abbraccio”. -Piero Angela

Lo si percepisce anche dalle parole di tutti coloro che l’hanno seguito, stimato, avuto come maestro, capace di incarnare il significato profondo di una figura devota alla divulgazione della scienza e alla formazione di giovani divulgatori che hanno seguito le sue orme.

L’ultima volta che ho avuto occasione di ascoltarlo parlare dal vivo è stato nel 2019, in Aula Magna della Sapienza. Vorrei ricordarlo così, in occasione dell’evento intitolato “La Scienza e l’Europa. Dalle origini a oggi”, una tavola rotonda attorno all’uscita dell’ultimo volume dei cinque libri scritti in sei anni da Pietro Greco ed editi da L’Asino d’Oro Edizioni. Ne parlavo a partire dalla parola Colla. Piero Angela ha chiuso nel suo stile gli interventi, riportato all’attenzione l’importanza delle connessioni, puntualizzando la differenza tra la conoscenza scientifica di base e la conoscenza applicata, ovvero la tecnologia. “Quello che manca nella nostra cultura”, ha detto “è la capacità di connettere le cose tra loro e soprattutto la capacità di capire come la cultura scientifica e quella tecnologica sono quelle che possono salvarci, oppure no. Ce la prendiamo con le tecnologie e con gli scienziati perché non siamo stati capaci di gestire questa macchina preziosissima che è la macchina della ricchezza. Abbiamo bisogno di una filosofia della tecnologia nella quale viviamo immersi e, come mi ha detto una volta il fisico Giuliano Toraldo di Francia:

Piero Angela e Giuliano Toraldo di Francia

bisogna stare attenti a tutti i guai che può provocare la tecnologia e quindi bisogna fare in modo che ci siano delle tecnologie a misura d’uomo, ma è anche ora di fare degli uomini a misura di tecnologia”.

Sia lui che Pietro Greco ci hanno lasciati, ma le loro parole resteranno per sempre da tenere care.